Opera

www.operaclick.com, 29. November 2013
... Musicalmente parlando, la lettura di Hartmut Haenchen non credo voglia né trovare né cercare nuove vie interpretative, ma mi pare si distingua per la grande onestà e coerenza intellettuale con la quale ha affrontato il Ring proponendo una chiave di lettura che a molti esegeti potrà sembrare banale ma, che in fondo, banale non è affatto, ribadendo invece la verità di fondo spesso dimenticata che il Ring è, in fin dei conti, una grande, grandissima opera lirica.
Si dimentica spesso, a mio avviso, che la grandezza del Ring sta nella sua musica, non certo nella prosa wagneriana o nel sostrato teoretico e filosofico della Gesamtkunstwerk che Wagner al tempo della Götterdämmerung aveva già, più o meno inconsciamente, abbandonato. Lasciato Siegfried nel bosco, vennero le esperienze del Tristan e dei Meistersinger a rinnegare in parte o in toto i precetti dell'opera d'arte totale cosicché, in definitiva, solo l'iniziale Rheingold (e in parte Die Walküre) ne rispettano i canoni. E non mi sembra un caso che delle quattro opere sia proprio Das Rheingold ad avere ricevuto da parte di Haenchen la lettura meno convincente mentre convincentissima è stata la lettura della Götterdämmerung: e cosa altro non è la Götterdämmerung se non un grand-opéra di stampo meyerbeeriano, coi suoi duetti, i cori e il terzetto della vendetta, travestito da opera d'arte dell'avvenire?
Mi è piaciuto, nell'approccio di Haenchen alla Götterdämmerung, il continuo sostegno al canto, e il modo in cui ha fatto cantare l'orchestra, lo spedito passo teatrale animato da una tensione, che non è mai venuta meno durante tutto lo spettacolo, e l'accurata differenziazione dei diversi momenti: la stretta quasi melodrammatica del terzetto So soll es sein! Siegfried falle!, l'epica grandezza della morte di Siegfried e della Marcia funebre, la catarsi lirica del finale quando dal motivo delle onde emerge lacerante il tema della redenzione per mezzo dell'amore.
Vi è stata una splendida sinergia di intenti fra la parte musicale e la parte scenica.
Abbiamo già ricordato nelle recensioni del Prologo e delle due Prime giornate dell'Anello (qui le recensioni di Das Rheingold, Die Walküre e Siegfried) i punti caratterizzanti lo spettacolo firmato da Pierre Audi, con le scene di George Tsypin ed i costumi di Eiko Ishioka ripresi da Robby Duiveman):
«Uno spettacolo fortemente unitario ancorché didascalico.  Fatto che di per sé non è da considerarsi una diminutio ma si incanala in un ben preciso filone interpretativo dell’Anello». ...
Eccellente la prova del Coro della Nederlandse Opera preparato da Eberhard Friedrich e davvero superba la prova della Nederlands Philharmonisch Orkest.
Edoardo Saccenti