Sinfoniekonzerte

www.operaclick.com, 20. November 2018
...è chiaro come il sole che l'orchestra del Carlo Felice si trasforma a seconda della "bacchetta": e quella di Hartmut Haenchen è evidentemente una bacchetta magica. Era da parecchio che, a teatro, non sentivamo suonare così, con questa intensità, con questa energia, con questo affiatamento, tanto che il pubblico si è prodigato in minuti interminabili di applausi e il direttore è stato chiamato - anzi acclamato - a più riprese sul palco. "Mago" lui, quindi, ma anche i musicisti genovesi, che di suggestioni ne hanno da vendere, se ci credono e se sono motivati.
Si è capito tutto da subito, da quel gesto iniziale con cui Haenken ha lanciato l'incantesimo, tanto per rimanere in tema: carisma, precisione, eleganza e quel briciolo di austeritàmade in Germany che, un po', la differenza la fa. La sua lettura è accurata e profonda, cerca il giusto impasto timbrico e sonoro, guidando il dialogo tra le sezioni e privilegiando (quando è possibile) la chiarezza dei temi e delle frasi pregnanti, attento a non coprirle, e dando risalto ai giochi armonici e ritmici; tiene ben salde le fila del discorso musicale, sempre vivido e vitale, la tensione non crolla mai, in equilibrio tra i momenti di forte intensità e lirismo, come il secondo movimento Andante sostenuto, quelli densi e "cervellotici" del primo Un poco sostenuto. Allegro, quelli solenni e perentori della parte conclusiva, annunciati dal "richiamo" del corno. Un gioco che l'orchestra ha affrontato con prontezza e intelligenza, regalando un suono corposo, omogeneo, senza cedimenti o perplessità, in cui anche le parti solistiche si inseriscono con precisione ed equilibrio. ...
Barbara Catellani
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