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27. Oktober 2012 · Rom, Santa Cecilia Hall, 18.00 Uhr

Joseph Haydn: Die Schöpfung

Orchestra e Coro dell' Accademia Nazionale di Sante Cecilia
Marita Solberg (Sopran); Jeremy Ovenden (Tenor); Kay Stiefermann (Bass)

Pressestimmen

... L’esecuzione di questi giorni all’Accademia di Santa Cecilia è stata di alto livello. Il Direttore d’orchestra Hartmut Haenchen, chiamato al difficile compito di sostituire il grandissimo Colin Davis, purtroppo assente per gravi motivi di salute, ci ha offerto una prestazione di altissimo livello artistico. Già dalle note iniziali il mistero della partitura ci è stato svelato con sonorità impalpabili alternate a dei crescendo in fortissimo di grande impatto drammatico. Il gesto di grande vigore e impeto melodrammatico del direttore tedesco, grande interprete di Strauss e di Wagner, ha permeato la sala di suoni ora estatici ora potentissimi quasi da accentuare nella partitura l’aspetto più teatrale di dramma musicale che non di oratorio. Nell’ottica del direttore era possibile intravedere una realizzazione quasi operistica, grazie anche all’ottimo contributo dell’Orchestra, dei Solisti e soprattutto del Coro. Bellissima anche l’atmosfera quasi weberiana creata all’inizio della terza parte come di affascinante mistero l’evocazione orchestrale al “Mit leisem Gang (Con lento moto)” nel recitativo della prima parte di Uriel. ...
Grande successo di pubblico!!
Massimiliano Maurizi
www.gbopera.it · 31. Oktober 2012
Corriere della Sera, 30. Oktober 2012

L'Illuminismo della Creazione

Prima del concerto dell'altra sera alla sala Santa Cecilia del Parco della Musica il presidente Bruno Cagli ha chiesto un minuto di silenzio per la scomparsa di Hans Werner Henze. E ha dichiarato poi che «Immolazione», composta su committenza dell'Accademia e qui ascoltata tre stagioni fa, è in locandina nella prossima tournée dei complessi ceciliani in Germania sotto la guida di Pappano. In un'atmosfera di mestizia Hartmut Haenchen, sul podio in sostituzione dell'ammalato Colin Davis, ha dato l'avvio con gesto solenne ed incisivo all'esecuzione della «Creazione», facendo rilevare, nell'alternarsi di recitativi, arie solistiche e di pagine corali, i connotati distintivi della fisionomia stilistica di questo capolavoro. Rispetto all'oratorio handeliano che Haydn ammirò a Londra e forse assunse a modello, la «Creazione» si differenzia specialmente per l'impronta del classicismo viennese, qua e là con il lievito dell'illuminismo. E l'oggettiva visione interpretativa di Haenchen ha colto puntualmente il carattere della prima parte che, sin dal concitato «bang» del caos primordiale, segue la genesi biblica e descrive il succedersi dei miracoli, per approdare alla celebrazione della gloria divina. Più interessanti nella varietà degli effetti musicali, tra cui la partecipazione concertante di alcuni strumenti, la seconda e la terza parte dell'opera, dedicate all'origine degli animali e poi, quasi in una spirale di cerchi progressivi, alla creazione di Adamo ed Eva. L'elogio del paradiso terrestre però si è arrestato prima del peccato originale. È tutta fideistica, cattolica, la grande Fuga corale conclusiva. Accanto alla sicura prova dell'orchestra, si è fatto onore il Coro accademico ben addestrato da Ciro Visco. Ed egualmente sono stati assai applauditi il direttore Hartmut Haenchen, i bravi solisti di canto, il soprano Marita Solberg, il tenore Jeremy Ovenden, il basso Kay Stiefemann, ai quali si è aggiunta al termine il contralto Maria Grazia Casini. Si replica stasera.
Luigi Bellingardi Copyright http://archiviostorico.corriere.it
Corriere della Sera · 30. Oktober 2012
Il Tempo, 30. Oktober 2012

Stasera l‘ultima replica dell‘opera di Haydn al Parco della Musica

„La Creazione“ rivive con la bacchetta di Haenchen

Nelle sue quasi due ore di musica il monumentale oratorio haydniano de La Creazione, in programma al Parco della Musica, vuole rappresentare essenzialmente una lode corale al sommo Creatore in contemporanea e alla fine della sua fatica megacreativa.

Più che soffermarci sulla pregevole esecuzione affidata alla bacchetta del tedesco Hartmut Haenchen, chiamato a rilevare l‘indisponibile e più noto Colin Davis, alla guida delle nutrite masse corali ed orchestrali della secolare Accademia ceciliana (apprezzabile anche la prova dei solisti di canto con la norvegese Marita Solberg, il tenore mozartiano Jeremy Ovenden ed il pastoso basso tedesco Kay Stiefermann) piace ricordare qui il ruolo significativo di questa grande musica nella storia ed evoluzione del vivace e fondamentale dibattito, tuttora ancora attuale, tra credenti e laici sull‘esistenza di Dio. Tutto di riconduce a riconsiderare occhi vergini e puri la bellezza e l‘armonia del creato, la sua estrema varietà e perfezione, la molteplice meraviglia della natura nelle sue infinite ed iridescenti sfaccettature.

L‘universo appare ottimisticamente come un lungo di somme delizie in cui anche i primigeni sconvolgimenti naturali (sibilanti tempeste e folgori di fuoco, tuoni rombanti uragani) appaiono finalizzati alla nascita ed alla edificazione degli elementi (mare, fiumi, terra). Segue poi la lunga teoria degli animali terrestri, aerei ed acquatici tra lo stupore dominante di chi è testimone in diretta di eventi straordinari.

Un itinerario straordinario quasi in 3D che conduce dal magmatico Caos primigenio, magistralmente espresso nella tonalmente ambigua Introduzione sinfonica, sino all‘ordine armoniosa degli elementi. Che poi tutto questo l‘uomo per sua insipienza potesse rovinarlo e degradarlo l‘ignaro papà Haydn non poteva minimamente supporlo. E la musica settecentesca si può anche leggere saggiamente come un implicito monito ecologico a preservare l‘ambiente per i suoi futuri abitatori , nostri figli e nipoti.

... Testimonianza di una religiosità quasi laica e panica, mista di semplicità e stupore quasi francescani, dinanzi allo spettacolo della Grande Opera.
Lorenzo Tozzi
Il Tempo · 30. Oktober 2012