Per il suo concerto annuale nella stagione della Kulturgemeinschaft, la SWR Symphonieorchester ha invitato Harmut Haenchen, il settantaseienne direttore originario di Dresden del quale io ho ammirato moltissimo la splendida interpretazione del Parsifal al Bayreuther Festspiele ascoltata due estati fa. Come ho avuto modo di scrivere in quella occasione, il direttore sassone è un musicista dalla tecnica direttoriale solida e sicura e interprete che, pur collocandosi nel solco della grande tradizione tedesca, è in possesso di una personalità matura e completa che lo rende in grado di ottenere risultati esecutivi penetranti e approfonditi in un repertorio vasto e articolato. Personalmente, nutro una grandissima ammirazione per questo tipo di direttori che rifiutano le logiche dello star system a favore di un lavoro minuzioso e continuativo, artigianale nel senso più nobile della parola. Detto in altra maniera, con Harmut Haenchen siamo di fronte a una figura di Kapellmeister nell’ accezione migliore di questo termine che non indica il banale routinier ma piuttosto il vero uomo di teatro, il quale nel suo lavoro si pone come umile servitore della musica. Haenchen, che ha studiato a Leningrad con Arvid Jansons (il padre di Mariss Jansons) e Evgeny Mravinsky per poi lavorare come assistente di Pierre Boulez a Bayreuth e di Herbert von Karajan a Berlino, è attivo anche come scrittore e saggista e in questi ultimi anni ha raggiunto i vertici della carriera internazionale soprattutto con le sue interpretazioni di Wagner, della cui musica è considerato uno tra i più autorevoli esecutori della nostra epoca. Nella Sinfonia N° 95 in do minore di Haydn che apriva il programma, Hartmut Haenchen è riuscito a trovare un perfetto equilibrio fra tensione narrativa e consapevolezza stilistica, in
una lettura di tono contenuto ma sempre eloquentissimo, costellata di splendidi particolari strumentali negli assoli e caratterizzata da tinte coloristiche sempre perfettamente delineate e di grande bellezza.Ganze Rezension